giovedì 28 marzo 2013

C’E’ BISOGNO DI UNA SVOLTA VERDE PER RILANCIARE L’ITALIA

Club Alpino Italiano - Greenpeace -  Fondo Ambiente Italiano – Federazione Pro Natura - Legambiente – Touring Club Italiano - WWF

Comunicato stampa

La maggiori associazioni ambientaliste oggi a Montecitorio per incontrare Bersani

“C’E’ BISOGNO DI UNA SVOLTA VERDE PER RILANCIARE L’ITALIA”

Incontro con Bersani che punta su un Programma d’Attacco

“Se, come detto dall’onorevole Bersani, il nuovo Governo deve definire un ‘Programma d’attacco’, per rilanciare il Paese si deve puntare decisamente sul Green Deal, su una Svolta per un’economia verde e rigenerativa che  deve costituire il fulcro dell’agenda del futuro Governo, valorizzando gli elementi di forza (parchi, biodiversità, patrimonio culturale, produzioni di qualità), garantendo una roadmap verso il 100% di energie rinnovabili, un programma di piccole e medie opere immediatamente cantierabili per il risanamento e la manutenzione del territorio e una ri-conversione ecologica  del nostro apparato produttivo che ricomprenda i costi ambientali per evitare che le minacce e i danni ambientali provocati dalle produzioni inquinanti ricadono sui cittadini e mettano a rischio anche gli asset di forza del Paese”, così commentano le maggiori associazioni ambientaliste CAI – Club Alpino Italiano, FAI – Fondo Ambiente Italiano, Federazione Pro Natura, Greenpeace Italia, Legambiente, Touring Club Italiano, WWF che hanno avuto un incontro questa mattina dalle 13.00 alle 14.00 a Montecitorio con l’onorevole Pierluigi Bersani, che ha ricevuto il mandato esplorativo dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Apprezziamo che per la prima volta nella storia repubblicana si chieda un incontro anche con le associazioni ambientaliste, riconoscendo loro un ruolo fondamentale nel contribuire con la tutela dell’ambiente, della biodiversità e dei beni culturali alla ricchezza della nazione”, aggiungono le maggiori associazioni ambientaliste, che hanno consegnato un sintetico documento su 10 temi 1.Energia e clima; 2. Trasporti e infrastrutture; 3. Consumo del Suolo, 4. Difesa del Suolo, 5. Bonifiche, 6, Biodiversità e aree protette, 7. Beni culturali e paesaggistici, 8. Turismo e ambiente, 9. Ministero dell’ambiente, 10. Diritti e delitti ambientali (vedi scheda di approfondimento in coda).

Le maggiori associazioni ambientaliste chiedono, anche, di dare piena attuazione alla Strategia Nazionale della Biodiversità, approvata nell’ottobre 2010, che stenta a decollare e di fissare un termine entro il quale approvare la nuova generazione dei Piani paesaggistici, che attendiamo dal gennaio 2010. Occorre che il Governo si occupi organicamente di Patrimonio culturale, della sua conservazione (tutela e cura), fruizione (turismo culturale) e ri-produzione di cultura”.

Le maggiori associazioni ambientaliste chiedono più coraggio nella ri-conversione ecologica dell’economia: “Il presupposto della Green Economy è la decarbonizzazione dell'economia e non quella di creare un "settore verde. – commentano le maggiori associazioni ambientaliste e aggiungono: “In questo senso, le proposte a breve presentate nel Programma di Governo dell’on. Bersani, ampiamente condivisibili nello specifico, vanno inserite in un quadro nuovo che preveda la progressiva fuoriuscita dalle fonti fossili. E' necessario rivedere in quest'ottica la "Strategia Energetica"da poco approvata dal governo uscente: eliminare progressivamente l’uso del carbone e dell'olio combustibile nel settore elettrico, fermare le trivelle a mare, garantire strumenti efficaci e snelli alle rinnovabili per uno scenario 2050 a zero emissioni di CO2. Anche nel settore delle grandi opere si chiede chiarezza: si deve definire un Piano nazionale per la mobilità che serva a dare risposta ai gravi problemi di congestione e di inquinamento delle nostre città, abbandonare il Primo programma delle infrastrutture strategiche, che costituisce (con le sue 390 opere in elenco per 375 miliardi di euro) un’ipoteca per il futuro economico-finanziario e ambientale del Paese.”

Approfondimento: clicca quì (file pdf 76,0 KB).

giovedì 21 marzo 2013

EARTH HOUR 2013



PER MANTENERE IL NOSTRO STILE DI VITA, STIAMO DIVORANDO LE RISORSE DI UN PIANETA E MEZZO.
L’ORA DELLA TERRA È NATA PER DIMOSTRARE CHE POSSIAMO CAMBIARE TUTTO QUESTO.


 Il 23 marzo alle 20.30 il mondo si spegne per un'ora: monumenti, case, uffici, città resteranno al buio per testimoniare l'impegno di cittadini, governi e organizzazioni nella lotta al cambiamento climatico e per uno stile di vita sostenibile.
L'Ora della Terra è il movimento globale WWF nato per dimostrare che  l'impegno e la passione di ognuno di noi può ispirare chi ci circonda e far nascere un grande cambiamento nel mondo.

È molto di più di un’azione simbolica, è un gesto continuo che porta ad azioni reali, grandi e piccole, che stanno cambiando il Pianeta sul quale viviamo.

Il WWF La Spezia, in collaborazione con l'associazione la Seccagna, propone una mostra fotografica che potrete ammirare SABATO 23 MARZO al pomeriggio alla Spezia in Corso Cavour vicino a Piazza Beverini.

Alla sua sesta edizione, nel 2012, le città coinvolte sono state più di 7000 in 152 paesi del mondo oltre 2 miliardi di partecipanti 154 imprese coinvolte piu’ di 4.64 milioni di visualizzazioni sul canale In Italia hanno partecipato 400 città.

Per l’edizione 2013 si attendono maggiori adesioni.
Nella provincia spezzina le Amministrazioni che, al momento, hanno aderito sono: Lerici, Rocchetta Vara e Calice al Cornoviglio.
Il WWF La Spezia sollecita gli altri comuni, partendo dal capoluogo, ad inviare la loro adesione spegnendo un significativo monumento.
Il WWF La Spezia, inoltre, invita i locali a proporre ai loro clienti una suggestiva cena o aperitivo a lume di candela.

Link: L'ora della terra.


mercoledì 13 marzo 2013

Ciao Maria

Ciao Maria Clotilde, il ricordo della tua gentilezza rimarrà per sempre nei nostri cuori e ci servirà da esempio per gli impegni futuri. Un abbraccio dal WWF La Spezia.

mercoledì 6 marzo 2013

Questionario online sulla revisione della legge europea sul biologico

RIFORMA DELLA PAC
L’AMBIENTE AGRICOLO E’ IN CRISI, AGISCI ORA!
UN CARTELLO DI ASSOCIAZIONI LANCIA ANCHE IN ITALIA UNA PETIZIONE ONLINE INDIRIZZATA AI PARLAMENTARI EUROPEI PER UNA RIFORMA ‘VERDE’ DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNE
  • Questionatio online: link
In vista della votazione in plenaria del Parlamento Europeo sulla riforma della Politica Agricola
Comune (PAC) 2014-2020, annunciata per il prossimo 11 marzo, le Associazioni ambientaliste e dell’Agricoltura biologica e biodinamica italiane credono sia giunto il momento di voltare pagina e finanziare solo le buone pratiche agricole che rispettano la Natura e che producano cibo sano con modalità che siano sostenibili anche per le future generazioni. Per questo hanno lanciato a livello europeo, anche in lingua italiana, una petizione online indirizzata ai parlamentari europei impegnati nei prossimi giorni a decidere sul futuro dell’agricoltura.
277 associazioni ed organizzazioni europee hanno già inviato una lettera aperta a tutti gli
europarlamentari (
https://www.wwf.it/UserFiles/File/Lettera%20aperta_PAC_1marzo2013.pdf
) per ribadire perché la politica agricola europea ha bisogno di urgenti riforme. Con la petizione online tutti i cittadini europei possono far sentire la loro voce per sostenere una autentica riforma verde della PAC che renda l’agricoltura europea più pulita, sostenibile, sana e giusta.
Per più di cinquant’anni l’Unione Europea ha incentivato e finanziato pratiche agricole dannose, che inquinano i nostri suoli, le nostre acque e la nostra aria, mentre la buona agricoltura biologica e biodinamica veniva sempre più penalizzata e marginalizzata, sprecando in questo modo i soldi dei contribuenti.
L’attuale crisi economica colpisce un’agricoltura già attraversata da una profonda crisi strutturale, in Italia le aziende sono calate in 10 anni del 32,2% e il loro reddito del 25,3%, mentre in Europa nell’ultimo decennio si sono persi complessivamente 3,7 milioni di posti di lavoro nell’agricoltura.
Il 92% dei fiumi e dei laghi di tutta Europa sono inquinati per l’uso eccessivo di concimi chimici e pesticidi e soffrono per l’eccessivo prelievo di acqua destinata all’agricoltura (in Italia il 60% dei consumi idrici), negli ambienti agricoli dal 1980 ad oggi sono andati persi oltre 300 milioni di uccelli selvatici. I dati sull’ambiente in Europa evidenziano una crisi generalizzata della biodiversità e il consumo di suolo agricolo negli ultimi sessant’anni, un milione e mezzo di ettari dei terreni più fertili in Italia, mette a rischio anche la sicurezza alimentare. Questa crisi è il punto di arrivo di un modello di agricoltura non più sostenibile per modalità di produzione e di consumo.
Tutto questo non è più accettabile.
“Se non vuoi che i tuoi soldi siano usati per finanziare pratiche agricole che devastano il
territorio chiedi ai tuoi rappresentanti al Parlamento Europeo di votare a metà marzo per una
politica agricola più verde. Per la prima volta nella storia infatti hanno il potere di votare per
una politica agricola amica della Natura, che non sperperi i nostri soldi e che serva a produrre
cibo sano in maniera più sostenibile. Questo porterà benefici per tutti” chiede l’appello online
promosso a livello europeo da Birdlife, EEB, IFOAM e WWF (organizzazioni rappresentate in
Italia dalle Associazioni nazionali LIPU, Legambiente, Federazione nazionale Pro Natura , AIAB, Federbio, FIRAB, UPBio, WWF). All’appello hanno aderito anche altre Associazioni nazionali riunite in un tavolo di lavoro comune sulla riforma della PAC come il FAI (Fondo Ambiente Italiano), Italia Nostra, Touring Club Italiano, Associazione Italiana Agricoltura Biodinamica, SIEP (Società Italiana Ecologia del Paesaggio) e Slow Food.
La mobilitazione delle Associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica e biodinamica
europee e nazionali intende ribaltare alcune decisioni assunte dalla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo considerate insostenibili per l’ambiente e penalizzanti per le pratiche agricole più virtuose e sostenibili.
Nella plenaria di marzo le Associazioni chiedono per questo ai Parlamentari Europei di votare per una vera riforma della Politica Agricola Comune (PAC) che:
1. ASSICURI l’adozione delle migliori pratiche agricole per la tutela dell’ambiente da
parte di tutti gli agricoltori che beneficiano dei pagamenti diretti della PAC (il cosiddetto
“greening”), mentre la proposta attuale prevede l’esclusione delle aziende sotto i 10 ettari;
2. RESPINGA i doppi pagamenti illegali proposti dalla Commissione Agricoltura, che
consentirebbero di pagare due volte gli agricoltori per le stesse attività;
3. REINTRODUCA l’obbligo per gli agricoltori del rispetto delle normative europee in
materia di tutela dell’ambiente, sicurezza alimentare, benessere animale e salute pubblica
per poter ricevere i finanziamenti comunitari, attraverso la cosiddetta “condizionalità”.
4. SOSTENGA maggiormente l’agricoltura biologica ed i sistemi agricoli di Alto Valore
Naturale.
In questo scenario l’agricoltura biologica deve assumere un ruolo completamente nuovo
rispetto al passato, utile per il futuro di tutta l’agricoltura, diventando metodo produttivo
centrale dal quale partire per un nuovo modello di riferimento basato su valori etici e sociali e sulla tutela dei beni pubblici.
Sono, infatti, proprio le aziende biologiche che attraverso la diversificazione (base fondante
dei principi del biologico) hanno saputo interpretare la multifunzionalità in misura maggiore
rispetto alle altre e che oggi si dimostrano più resilienti anche sul piano economico e in sintonia maggiore con l’ambiente e i bisogni dei cittadini. Per questo l’agricoltura biologica deve essere maggiormente sostenuta da un’autentica riforma della PAC.