martedì 24 gennaio 2012

Bagno di folla per il convegno "Un altro waterfront è possibile"

Sabato bagno di folla per il convegno sul waterfront, la sala consigliare provinciale era al completo e le persone erano stipate anche sul corridoio esterno.
La cittadinanza ha partecipato, e questo è un segno di come il waterfront sia molto sentito da quella parte di popolazione che tiene particolarmente ai problemi ambientali della propria città.
I relatori hanno esposto le loro tesi, parlando di ambiente e cultura, gli interventi sono scivolati tranquilli tra cittadini ed associazioni, l'unica nota dolente la totale assenza di amministratori pubblici.

Sotto riportiamo un piccolo estratto di quelle che sono state le dichiarazioni delle varie persone che sono intervenute.

Il primo intervento che relaziono è quello condotto da Ludovica Marinaro:
“La città e il desiderio: scenari futuri per il litorale del golfo”.
La relatrice ha espresso la posizione sua e dell’architetto Baccini e Prof. Pizziolo (Università di Firenze). Quella di non essere contrari alla voglia di progettare ma la necessità di farlo verificando le modalità progettuali. In questa sede non verrà proposto un progetto alternativo ma undiversoapproccio di progettazione del waterfront: prendere in considerazione l’intero golfo e non solo Calata Paita, quindi coinvolgendo tre comuni: La Spezia, Portovenere e Lerici. A questo punto viene proiettato un filmato che illustra un viaggio nel tempo lungo il golfo. Viene ribadito il concetto di “spalmare” tutte le funzioni previste su Calata Paita su tutto il golfo valorizzandolo e coinvolgendo tutte le realtà presenti sul territorio a partire dalle borgate. Calata Paita non deve diventare l’ennesima speculazione ma deve essere considerata una porzione di paesaggio(come enunciato nella Convenzione Europea del Paesaggio Firenze 2000). Rimettere in gioco la professionalità dell’utente cittadino traducendolo in proposte, evitare che la prevista zona residenziale diventi una nuova speculazione mantenendo la funzione pubblica. La stazione croceristica in Calata Paita porterebbe una presenza in termini di grandezza navi che va al di la di tutte le cubature previste dal progetto. Il progetto di Calata Piata deve essere l’occasione perrilanciare e valorizzare tutto il golfo facendo diventare La Spezia capitale del Mediterraneo prevedendo spazio per i giovani, promozioneper i prodotti tipici del territorio, rendere stabile il villaggio del palio…..

Giorgio Pizziolo illustra l’esempio di progettazione partecipata nel Comune di Portovenere per ridisegnare il waterfront. Un progetto frutto di due anni di lavoro che giace in qualche cassetto dell’Autorità Portuale. Da questa esperienza è nata l’Associazione Poseidonia che continua a lavorare su questo argomento e lotta per la salvaguardia del territorio di Portovenere.Inoltre, Pizziolo, sottolinea il fatto di prendere l’occasione di dismissione di aree dell’Arsenale per “riconvertire” la città. Ad esempio portare le nave da crociera all’interno dei bacini dell’Arsenale.
Il waterfront è il punto più delicato di tutta la citta non è un luogo per costruire grattacieli!
Finiti gli interventi dei relatori inizia il dibattito fra i presenti del pubblico:
Corrado Cuciniello(Comitati spezzini): esprime un giudizio politico molto netto nei confronti dell’Amministrazione comunale e critica l’assenza del Sindaco Federici che sul waterfront ha scommesso molto e da qualche cifra: 45.000 metri quadri di cemento, 140.000 metri quadri di interramenti per le marine del canaletto. Conclude invitando i cittadini ad una massiccia astensione alle prossime elezioni amministrative.

Franco Arbasetti (Presidente V° Circoscrizione): punta sulla necessità di fare azioni concrete
Per contrastare la continua cementificazione e elenca gli strumenti urbanistici su cui si deve intervenire: come il P.T.C.(Piano territoriale di Coordinamento) che determina la destinazione d’uso della costa. Per Arbasetti il problema è la mancanza di informazione da parte degli Enti locali. Il piano regolatore Portuale è scaduto dal 2010 e dovrebbe essere ridiscusso. Il waterfront è uno spazio per la città, mentre l’intento dell’Autorità Portuale è quello di farsi finanziare il progetto dai privati, togliendo di fatto potere agli Enti locali. Propone azioni concrete: impedire gli interramenti e stimolare la partecipazione dei cittadini sulla discussione del waterfront.

Rappresentante Associazione Poseidonia: interviene riguardo l’uso distorto della democrazia: lotte fra poteri che riducono gli amministratori a essere mediatori fra affaristi. Porre un freno alla rapina del territorio e coinvolgere i cittadini nella gestione del proprio territorio…la qualifica di cittadino è sufficiente per valutare i progetti! A differenza di chi pensa che i progetti debbano essere valutati da persone altamente qualificate.

Massimo Lombardi (Segretario Provinciale Rifondazione Comunista): parla più a nome dei movimenti che come rappresentante politico: in città ci sono progetti veramente partecipati (come quello elaborato qualche anno fa dall’Associazione l’Incontro) chiusi in un cassetto mentre le Amministrazioni presentano progetto “fintamente” partecipati; invita a creare una sorta di “Comitato delle idee” senza farsi condizionare da nessuno, rimanendo uniti e indipendenti per un nuovo “scatto” della città.

Rappresentante Nazionale Italia Nostra: presenta con immagini il progetto waterfront di Savona e gli insediamenti nel resto della Liguria.

Giorgio Pagano (Associazione Mediterraneo): la questione chiave da affrontare per il futuro della città è il fronte a mare e per questo bisogna riprendere il ruolo di partecipazione della cittadinanza e del Comune: rivedere il P.U.C. (Piano Urbanistico Comunale) e rivedere il progetto del waterfront; bisogna agire attraverso gli atti ammnistrativi; esprime la sua contrarietà al masterplan perché tradisce il concorso di idee, bisogna ritornare all’idea di base del  waterfront come spazio pubblico sena presenza di residenze private, puntando su qualità, fruibilità pubblica ed innovazione.

Architetto Carlo Paladini: bisogna seguire una strada più riformistica nella progettazione: abbiamo un progetto di qualità nato dal concorso di idee che è stato stravolto dall’attuale Masterplan. Il progetto vincitore puntava sul rapporto fra il mare e la città; è necessario che si riattivi una pianificazione da parte del Comune“espropriandola” dall’Autorità Portuale.
Architetto Raggi interviene, brevemente, dicendo che lo stravolgimento del progetto, vincitore del concorso di idee, è stato opera dell’Autorità Portuale.

Rino Tortorelli (Comitato Acqua bene comune)
: innanzitutto bisogna condividere i temi dei beni comuni (come il mare) da parte dei cittadini, movimenti, associazioni. La città sta vivendo un “corto circuito”democratico decerebralizzando” la classe politica a servizio non della cosa pubblica ma delle lobby. Non è d’accordo con l’ex Sindaco Giorgio Pagano di ripartire dal Comune ma invece di puntare sulla partecipazione dei cittadini. Propone due azioni pratiche:
1)    una contestazione forte all’apertura del nuovo Centro commerciale “Le terrazze” per dare un forte segnale agli investitori;
2)    occupazione simbolica del fronte a mare per dare un messaggio chiaro agli Enti locali ed ai privati investitori.

Eugenio Calcagnini (Comitato Portovenere): pone una domanda: “È possibile che nel team di progettisti non sia stato previsto l’intervento di un oceanografo per valutare gli effetti sul mare?..”

Alessandra Del Monte (Federcasalinghe): fa una proposta alle associazioni, comitati, movimenti di comprare uno spazio nell’unica radio cittadina che rischia la chiusura, Astroradio, un modo per poter trasmettere messaggi anche a donne e anziani che passano molto tempo a casa; in particolare le casalinghe che durante i lavori domestici ascoltano la radio, questo per creare una massa critica utile per  quando si organizzando iniziative pubbliche.

Giovanni Ponzanelli (Presidente WWF La Spezia): esprime pieno appoggio dell’associazione che rappresenta le azioni che si vorranno intraprendere al riguardo.

Conclusione di Stefano Sarti (Presidente Legambiente Liguria): sottolinea la grave assenza degli amministratori e rilancia una forte azione di contrasto mettendo in rete tutte le realtà attive nel territorio.

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