lunedì 28 ottobre 2013

Occorre ottimizzare la spesa dello stato: dall’emergenza alla prevenzione

Associazioni ambientaliste e di categoria, ordini professionali ed enti locali su rischio idrogeologico e legge di stabilità
 Occorre ottimizzare la spesa dello stato: dall’emergenza alla prevenzione
 La mitigazione del rischio idrogeologico è una priorità. Continuare a finanziare gli interventi di somma urgenza e solo nuovi 180 milioni di euro per tre anni non sono la soluzione
 In Italia oltre 5 milioni di cittadini a rischio. Le frane e le alluvioni riguardano l’82% dei Comuni italiani
 I primi giorni dell’autunno hanno drammaticamente riportato all’attualità il problema del rischio idrogeologico. Liguria, Toscana, Liguria, Puglia, Sicilia sono le prime regioni che hanno dovuto fare i conti con il problema delle forti piogge e le conseguenti frane o esondazioni di torrenti e fiumi. Precipitazioni, sempre più intense e frequenti per i cambiamenti climatici in atto, un territorio che ogni anno è reso più vulnerabile dal consumo di suolo e una politica di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico che continua a basarsi su pochi interventi di somma urgenza invece che su un’azione di prevenzione e manutenzione diffusa su tutto il territorio sono le cause del problema. Purtroppo le regioni e i cittadini coinvolti sono destinati ad aumentare. Sono infatti più di 5 milioni i cittadini italiani che ogni giorno vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico e 6.633 i Comuni che hanno all’interno del territorio aree ad elevato rischio di frana o alluvione.
 La difesa del suolo e le politiche di prevenzione del rischio sono ormai urgenti, come ricordato anche nelle recenti risoluzioni approvate alla Camera e al Senato. Nuovi fondi per la prevenzione però non arrivano nemmeno quest’anno, o ne arrivano troppo pochi. La legge di stabilità varata dal Governo infatti sblocca 1,3 miliardi di euro per interventi immediatamente cantierabili in attuazione degli Accordi di programma fatti con le Regioni per far fronte alla somma urgenza e ne stanzia di nuovi solo 180 milioni in tre anni così divisi: 30 milioni per il 2014, 50 per il 2015 e 100 per il 2016. Risorse assolutamente insufficienti e soprattutto che non vengono destinate a mettere in campo quell’azione necessaria e integrata di difesa del suolo e mitigazione del rischio idrogeologica quanto mai necessaria.
“Dopo anni di risorse virtuali e di finanziamenti erogati sulla base di schemi emergenziali, occorreva quest’anno dare impulso ad investimenti veri, duraturi, di buona finanza ma soprattutto di buona prevenzione. Ma così non è stato. Il debito pubblico e lo spread non possono rappresentare le motivazioni per non intervenire in questo settore, per il quale è necessario trovare meccanismi finanziari adeguati. Serve una scelta politica forte, convinti che l’attuazione di tutto questo non solo produrrà un beneficio in termini di sicurezza, ma anche come rilancio occupazionale ed economico dei territori. Infatti, occorre attivare programmi di manutenzione ordinaria, controllo e tutela del territorio e dei fiumi, per attivare i quali è necessario un supporto tecnico qualificato e diffuso localmente, con la possibilità di creare nuova occupazione. Per questo sarà importante inserire gli interventi e le politiche volte alla mitigazione del rischio idrogeologico anche nella futura programmazione dei fondi strutturali comunitari 2014-2020 e soprattutto permettere alle amministrazioni locali di mettere in campo gli interventi necessari, prevedendo opportune deroghe al patto di stabilità in particolare per le Regioni che partecipano al cofinanziamento degli interventi previsti dagli accordi di programma”, così dichiara la colazione di rappresentanza.
Azione questa prioritaria e richiamata a gran voce anche in questi giorni. Infatti le spese di Regioni e Comuni relative alla mitigazione del rischio idrogeologico vanno considerate come veri e propri investimenti, in quanto più efficaci di qualsiasi intervento in emergenza e in grado di prevenire danni per cifre ben superiori a quelle così investite.
Purtroppo si continua ad ignorare la necessità di attuare una seria politica di mitigazione del rischio da frane e alluvioni nel nostro Paese, a partire da una seria applicazione delle direttive europee “Acqua (2000/60/CE) e rischio alluvionale (2007/60/CE) e dalla mancata istituzione delle Autorità di distretto e di una governance che ragioni a scala di bacino, su cui siamo già in forte ritardo rispetto alle scadenze europee al 2015. Negli ultimi 20 anni per ogni miliardo stanziato in prevenzione ne abbiamo spesi oltre 2,5 per riparare i danni. Il Ministero dell’Ambiente ha quantificato infatti in circa 8,4 miliardi di euro i finanziamenti statali dati a politiche di prevenzione, mentre nello stesso periodo si sono spesi 22 miliardi di euro per riparare i danni causati da frane ed alluvioni. Un bilancio reso ancora più grave dalle numerose vittime e tragedie che frane e alluvioni hanno causato e continuano a causare sul territorio.
 “Le politiche per la mitigazione del rischio idrogeologico non si possono limitare allora all’attuazione di pochi interventi puntuali. Serve un’azione nazionale di difesa del suolo che rilanci la riqualificazione fluviale, la manutenzione ordinaria e la tutela del territorio come elementi strategici delle politiche di prevenzione, abbandonando la logica del ricorso a sole opere strutturali e di somma urgenza e pensando – come richiesto dalle Direttive Europee - a un insieme di strumenti e misure che puntino a ridurre il rischio assecondando maggiormente le dinamiche fluviali. Un approccio che superi la logica di emergenza che ha caratterizzato l’azione delle istituzioni in questi ultimi anni.”

Il comunicato stampa è stato sottoscritto da:
 Legambiente, Coldiretti, Anci, Consiglio nazionale dei geologi, Consiglio nazionale degli architetti, Consiglio nazionale dei dottori agronomi e forestali, Consiglio nazionale degli ingegneri, Consiglio nazionale dei geometri, Inu, Ance, Anbi, WWF, Touring Club Italiano, Slow Food Italia, Cirf, Aipin, Sigea, Aiab, Tavolo nazionale dei contratti di fiume Ag21 Italy, Federparchi, Gruppo183, Arcicaccia, Società dei territorialisti, Alta scuola.



giovedì 24 ottobre 2013

PIU’ POSSIBILITA’ PER PESCI E PESCA SOSTENIBILE


PESCA

WWF: PIU’ POSSIBILITA’ PER PESCI E PESCA SOSTENIBILE GRAZIE AL VOTO DI OGGI DEL PARLAMENTO EUROPEO



Oggi il Parlamento europeo ha votato il Fondo europeo per la pesca ( EMFF ) e ha deciso di non  reintrodurre i sussidi per la costruzione di nuove imbarcazioni, ha incluso misure a favore di nuovi  posti di lavoro per i giovani pescatori e  ha previsto inoltre la formazione sulla  pesca sostenibile, che è essenziale per le comunità di pescatori , annuncia il WWF.


Il Parlamento europeo ha votato il raddoppio degli investimenti  per  la raccolta, il controllo e l’applicazione dei dati . Ciò significa che le autorità del settore della  pesca hanno ora una reale possibilità di combattere la pesca illegale. Più fondi per la raccolta dei dati darà agli esperti un quadro più completo  e consentirà  loro di valutare come gli stock  hanno bisogno di più tempo per recuperare,  esercitando la pesca  in modo sostenibile . Il WWF plaude questa decisione in quanto darà agli stock ittici decimati una reale possibilità di recupero ma resta comunque preoccupato per la possibilità data ai pescherecci,  sotto i 12 metri, di rimanere in mare più a lungo e di aumentare la loro operatività.

 Marco Costantini responsabile Mare WWF Italia "La decisione di oggi dà agli stock ittici europei una vera possibilità di sopravvivenza . I finanziamenti per il rinnovo della flotta si sono conclusi nel 2002 e una reintroduzione di queste sovvenzioni avrebbe pericolosamente aumentato la capacità della flotta , aumentato le dimensioni dei pescherecci e provocato la distruzione dei pochi stock ittici in salute rimasti. Oggi abbiamo schivato una pallottola che  avrebbe reso inutili le misure di risanamento degli stock ittici concordate in estate . Questa è una buona notizia per la conservazione degli stock ittici e delle comunità di pesca che possono guardare a un futuro più sicuro. È importante sottolineare che  gli eurodeputati hanno inoltre deciso di investire nella raccolta dei dati  e  il controllo e delle attività di pesca, aumentando il budget a disposizione. Ciò consentirà alle autorità di combattere con efficacia la pesca illegale nelle acque europee, dove avviene lo sbarco del 40% delle catture illegali* e permetterà anche di avere precisamente  il polso dei ritmi di recupero degli stock ittici, in particolare di quelli che versano in condizioni peggiori.


MANIFESTO WWF PER UN MEDITERRANEO DI QUALITA’ - Per spiegare il valore del Mediterraneo e  coinvolgere tutti i livelli della società nella sua tutela, il WWF ha stilato il Manifesto per un Mediterraneo di Qualità ed è ogni giorno in azione per realizzarlo. Un Mediterraneo di Qualità ha acque senza rifiuti - ha navi "attente" che non colpiscono i cetacei - ha relitti tristi o affascinanti ma non velenosi - ha aree marine protette che

funzionano - ha una pesca sostenibile - ha coste rocciose, spiagge, scogli e falesie, e non una colata di cemento legale o abusivo - ha turisti responsabili e non calca umana - ha biodiversità in espansione, rigogliosa, viva e vegeta - ha tartarughe libere di nuotare che non rischiano la vita per la pesca accidentale. Ha soprattutto un mare senza piattaforme per l’estrazione di idrocarburi. Leggi il manifesto completo quì.

*Dossier sull’importanza dei dati ‘New Economics Foundation Report, Unknown Waters 2013’  (FILE PDF).

martedì 15 ottobre 2013

Conversazioni sulla natura
incontri mensili in collaborazione con l’Associazione Naturalmente
Questa sera non perdere il primo appuntamento con le conversazioni sulla natura!

MARTEDI’ 15 OTTOBRE 2013 alle ore 20:45, l’argomento trattato sarà la fotografia naturalistica in collaborazione con il progetto Photo Orchestra, circolo fotografico di Ameglia.

Si terrà presso la sede dell’associazione Naturalmente alla Spezia in Via Manin, 35.




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lunedì 14 ottobre 2013

Conversazioni sulla natura - Fotografia naturalistica

Conversazioni sulla natura
incontri mensili in collaborazione con l’Associazione Naturalmente
 



Per garantire un futuro sostenibile al nostro pianeta, è necessario ridurre il nostro peso sulle risorse naturali, alleggerire la nostra “impronta” sull’ambiente. L’impegno del WWF è volto a tracciare un cambiamento di rotta verso la sostenibilità.

Per raggiungere questi obiettivi, l’educazione ambientale è uno dei principali ambiti di lavoro e uno strumento prezioso.
Per favorire il legame con l’ambiente, la capacità di leggerne i fenomeni, le cittadinanza attiva e la partecipazione, le molte proposte dell’Associazione sono rivolte a tutti , dai ragazzi agli adulti.

Lo sforzo di aprirsi al territorio, l’intervento concreto ed il contatto con il territorio e la Natura aiutano a sviluppare il pensiero critico, di contrasto alla crescente omologazione.
Le uscite sul territorio, anche urbano, la visita alle Oasi, i soggiorni in un Centro di Educazione Ambientale, un viaggio in un’area protetta, si affiancano alle tecnologie digitali che intervengono nel percorso di conoscenza della Natura durante le conversazioni sul “buon Vivere”.
 
Le conversazioni tenute dal WWF La Spezia saranno otto, ogni secondo martedì del mese fino a Maggio 2014, dalle 20:45 alle 22:30 e si terranno presso la sede dell’associazione Naturalmente alla Spezia in Via Manin, 35.

Il primo appuntamento è previsto MARTEDI’ 15 OTTOBRE 2013 alle ore 20:45, l’argomento trattato sarà la fotografia naturalistica in collaborazione con il progetto Photo Orchestra, circolo fotografico di Ameglia.

La partecipazione è gratuita, è gradita la prenotazione.

Per frequentare tutte le attività del centro è necessario iscriversi all’associazione Naturalmente: la tessera , annuale (10 Euro) dà diritto a partecipare a tutte le iniziative e ad usufruire delle
agevolazioni sociali.

La cittadinanza è invitata a partecipare…