WWF: “SU ACQUA ED ENERGIA LE ISTUZIONI DEVONO RISPONDERE ALLE
RICHIESTE DELLA SOCIETA’ CIVILE”
Ancora assente una Strategia energetica
nazionale, mentre nelle nostre bollette è ancora presente la quota pagata ai
privati, abrogata dal referendum
Una Strategia energetica nazionale ancora assente e la quota
per i gestori privati dell’acqua, abrogata con il voto referendario, ancora
presente in bolletta: è la fotografia scattata dal WWF Italia nel giorno del primo
anniversario dei Referendum popolari su acqua e nucleare del 12-13 giugno 2011.
“Il
referendum sul nucleare del 2011 – spiega l’associazione - ha creato i
presupposti per la definizione di una nuova Strategia energetica nazionale
basata su rinnovabili, risparmio ed efficienza energetica ma che, oltre a non
essere ancora stata del tutto formulata, dovrebbe abbandonare gli investimenti
sulle centrali a carbone, contro le quali il WWF ha avviato una petizione on
line sul sito della propria campagna ‘Decarbonizziamo
l’Italia’ (http://stopcarbone.wwf.it/).
A tale proposito, il WWF valuterà il cosiddetto Decreto ‘Crescita Sostenibile’, attualmente in discussione del Consiglio dei Ministri, anche in base a quali misure concrete il Governo prenderà in campo energetico, a partire dall’efficienza energetica degli edifici e dagli incentivi per le energie rinnovabili rispetto ai quali l’Italia ha già ricevuto una censura della Commissione Europea”.
A tale proposito, il WWF valuterà il cosiddetto Decreto ‘Crescita Sostenibile’, attualmente in discussione del Consiglio dei Ministri, anche in base a quali misure concrete il Governo prenderà in campo energetico, a partire dall’efficienza energetica degli edifici e dagli incentivi per le energie rinnovabili rispetto ai quali l’Italia ha già ricevuto una censura della Commissione Europea”.
“Per quanto riguarda invece il servizio idrico, aver bloccato l’obbligatorietà della privatizzazione, riconoscendo l’acqua come bene comune, è stata una delle più importanti manifestazioni della volontà popolare nel nostro Paese.
Purtroppo
a distanza di 1 anno dalla straordinaria vittoria referendaria, se da un lato
abbiamo evitato la privatizzazione obbligatoria del servizio idrico, dobbiamo
però registrare che nelle nostre bollette
continua a comparire la remunerazione del capitale investito, abrogata dal
referendum, e che solo a Napoli la Società per Azione di gestione
del servizio idrico è stata trasformata in Azienda Speciale, strumento
fondamentale per giungere ad una gestione trasparente e partecipata, lontana
dalla ricerca del profitto e dalle spartizioni politiche clientelari.
Preoccupante invece è quanto sta accadendo a Roma, dove, la Giunta comunale,
con la vendita della società Acea, sta andando nettamente nella direzione
opposta.
Ma
il WWF, all’interno dell’ampio movimento che ha promosso i referendum,
continuerà ad operare fino a quando non si darà piena attuazione a quanto
stabilito dalla volontà popolare”.
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