martedì 23 ottobre 2012

Trivelle d’Italia: In arrivo almeno 70 piattaforme petrolifere a mare

Cancellare l’articolo 35 del decreto “Cresci Italia”(d.l. 83/2012) voluto dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, e scommettere su una Strategia energetica nazionale che non rilanci le fonti fossili, ma punti decisamente su efficienza e rinnovabili.

Perché quell’articolo espone a rischio trivellazione una superficie marina più grande della Sicilia e costituisce una sanatoria non solo dei titoli acquisiti dai petrolieri al giugno 2010 ma anche delle istanze di prospezione e di ricerca in mare nella fascia di interdizione delle 12 miglia, mettendo a rischio le aree protette e le zone litoranee di pregio.

E’ questa la richiesta avanzata al Parlamento da Greenpeace, Legambiente e WWF, che hanno organizzato oggi al Senato il convegno “Trivelle d’Italia” per mettere in evidenza tutti i problemi ambientali ed economici di questa scelta, oltre alle scarse riserve di petrolio presenti in Italia e le royalties irrisorie con cui le compagnie petrolifere spingono alla corsa all’oro nero e per fermare la deriva petrolifera del governo Monti. All’incontro sono intervenuti: Alessandro Giannì, direttore delle campagne Greenpeace Italia, Stefano Ciafani, vicepresidente Legambiente, Dante Caserta, vicepresidente WWF Italia, Luca Pardi, presidente di ASPO Italia, Giampaolo Buonfiglio, presidente AGCI-Agrital, Pietro Dommarco, autore del libro “Trivelle d’Italia” e i senatori Francesco Ferrante, Roberto Della Seta, Antonio D’Alì e Daniela Mazzuconi, firmatari di un disegno di legge per abrogare l’articolo 35.

Il decreto “Cresci Italia”, infatti, estende a tutta la fascia costiera la zona off limits delle 12 miglia per le nuove richieste di estrazione di idrocarburi a mare, ma fa anche ripartire tutti i procedimenti per la prospezione, ricerca ed estrazione di petrolio che erano stati bloccati nel giugno di due anni fa dal decreto legge n. 128/2010 approvato dopo l’incidente alla piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico.
L’articolo 35 del decreto “Cresci Italia” stabilisce di fare salvi i procedimenti concessori (…) in corso, ma anche i procedimenti autorizzatori e concessori conseguenti e connessi che siano stati avviati al 29 giugno 2010. Inoltre, la fascia off-limits delle 12 miglia parte ora dalle linee di costa (cioè dalla battigia) e non come era stabilito precedentemente dalle linee di base (linee che includono golfi e insenature). Nella sostanza, anziché garantire i soli titoli acquisiti, come ha tentato di accreditare il ministro dello Sviluppo economico Passera, si mettono così a rischio ampissime porzioni delle acque territoriali italiane, anche all’interno delle fasce d’interdizione introdotte nel giugno 2010 a tutela delle aree protette.
Un colpo di spugna che potrebbe dare il via libera ad almeno 70 piattaforme di estrazione di petrolio che si sommerebbero alle 9 già attive nel mare italiano per un totale di 29.700 kmq di mare tra Adriatico centro meridionale, Canale di Sicilia, mar Ionio e golfo di Oristano, praticamente una superficie più grande della Sicilia.


Link: wwf.it
Approfondimento: Milioni di regali - Italia: Far West delle trivelle (pdf)

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